eccoci a un nuovo appuntamento con il nostro gioco di scrittura creativa, anche se con qualche giorno di ritardo!
L’autunno è la stagione in cui la natura parla sottovoce, e ogni foglia che cade sembra custodire un segreto. È il tempo della memoria, dei pensieri che riaffiorano come braci nel silenzio.
Per questo mese, il
nostro gioco di scrittura “Un racconto, tante voci” parte da un incipit che
invita all’introspezione e alla delicatezza.
L’incipit da cui partire è il seguente:
«Ogni foglia che cadeva nel cortile sembrava portarsi via un pensiero che non avevo mai avuto il coraggio di dire».
Ora lasciatevi trasportare
da queste parole e, come sempre, buon lavoro a quanti vorranno partecipare!
Ciao Giuseppe Volevo lasciare un piccolo contributo partecipando al gioco che hai proposto. Presto ne elaborerò anch'io in uno dei miei prossimi "Giochin giocando..." della domenica. Ovviamente spero ci sia anche tu. 😉
RispondiElimina"Ogni foglia che cadeva nel cortile sembrava portarsi via un pensiero che non avevo mai avuto il coraggio di dire."
Affacciata sul terrazzo, osservavo dall'alto ogni movimento che la natura ci regalava, e con esso anche ogni mio ricordo regalato alle foglie. Si staccavano dai rami della vita, ancora con il lieve colore verde, che da lì a poco sarebbe diventato brumato. E tutti insieme, presto sarebbero diventate foglie secche che, calpestate e macinate dalle intenperie avrebbero concimato il terreno, verso un nuovo risveglio, verso una nuova e migliore esistenza. Cancellati per sempre, quei ricordi ne avrebbero generati nuovi e forse migliori. Intanto mi godo questo lieve fresco autunnale baciato dai tiepidi raggi di sole. Ancora per poco e un lungo inverno ci aspetta, mentre attendiamo meraviglie.
Pia
Grazie e abbraccio.
Contributo graditissimo. Appena posso vengo a passare da te!
EliminaFOGLIA DOPO FOGLIA, SORRISO DOPO SORRISO, VITA DOPO VITA
RispondiElimina"Ogni foglia che cadeva nel cortile sembrava portarsi via un pensiero che non avevo mai avuto il coraggio di dire."
Si, il nostro legame con la natura, con il regno vegetale, il verde che ci circonda potrebbe essere molto più profondo di quanto pensiamo. Ci vedo, ci immagino, esseri umani, una immensa foresta, una flora, di varie specie: le imponenti querce, i secolari ulivi, i maestosi salici, ci sono pioppi, larici, cipressi, rovi e cespugli, rose e tulipani, girasoli e muschi e licheni e gramigna e oleandri e nontiscordardime e ortiche. Siamo una moltitudine, doniamo un bene prezioso, chiediamo poco, abbiamo bisogno di un po' di semplice nutrimento, l’acqua, in natura ce n’è tanta, ci facciamo forza gli uni con gli altri, a volte in balia di forze immensamente più grandi di noi. Ma resistiamo, siamo, viviamo.
Una parte di noi mantiene una pacifica esistenza priva di grandi turbamenti, un’altra invece perde qualcosa che non sarà mai più suo, cercando di farsi forza con ciò che gli rimane, perché questo Dio inverno è decisamente forte.
Alcuni infine perdono ogni possibilità di restare in questo mondo, ma quando una nuova divina primavera si affaccerà, avrà inizio la resurrezione, il ritorno alla vita.
Io sono così, tu non ci sei più, ho perso molte delle mie caratteristiche, le mie foglie. Sono perse, non tornano più, non le sento più mie, mi faccio forza con ciò che mi rimane, perché sono pur sempre in questo mondo, ma forse domani, in un angolo di questa foresta, la divina primavera ci farà dono di ritrovarci.