E quando apparirai sul confine rosso dell'orizzonte beneamata agognata immagine non sciogliere i tuoi contorni nei colori dei tramonti.

domenica 2 marzo 2025

Un racconto, tante voci. Marzo 2025

Questo è l'incipit del mese di marzo per Un racconto, tante voci!

Il tramonto incendiava il cielo come una pagina scritta con inchiostro d'oro e fiamme. Lei lo osservava in silenzio, le mani in tasca, il vento che le scompigliava i capelli.


Una scena carica di suggestione, che lascia spazio a infinite possibilità narrative. Potrebbe essere il preludio di un incontro atteso da tempo, di un addio malinconico o dell'inizio di un'avventura inaspettata. Il tramonto segna una fine o un nuovo inizio?

Tocca a voi dare voce a questa storia! Scrivete il vostro racconto ispirato da queste prime righe e inviatelo nei commenti. Sono curioso di leggere le vostre interpretazioni!

Il regolamento lo trovate qui.

Buona scrittura a tutti!

 

3 commenti:

  1. Per fine marzo sono da te.. Giuseppe caro.. "una fine o un nuovo inizio?" ;)

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  2. Ci sarò! Un incipit che lascia tanto spazio alla fantasia:tutto puo succedere.

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  3. Breve ma scritto di getto, come piace a me.
    RUMORI
    Il tramonto incendiava il cielo come una pagina scritta con inchiostro d’oro e fiamme. Lei lo osservava in silenzi, le mani in tasca, il vento che le scompigliava i capelli.
    Il cuore incominciava ad accelerare, il respiro iniziava ad essere affannato, gli occhi si spalancavano cercando di rubare un orizzonte ancor più largo.
    I gabbiani erano spariti, il gielo grigio fumo sembrava una pennellata unica di colore depressivo sopra uno sfondo ricco di colori. Il tempo quasi sembrava essersi fermato, se non fosse stato per il vento che continuava a soffiare sempre più insistentemente, e a quel rumore di sottofondo che mi ricordava il rumore del motore del mio frigorifero quando era in funzione.
    Dapprima leggero, ma fastidioso, quel suono iniziò ad aumentare, ma non si percepiva l’origine, sembrava fosse ovunque intorno a me. Ad un tratto…silenzio.
    Il cielo sembrò vuoto, il suo colore era ora un grigio uniforme, triste, cupo. Quello che prima sembrava un dipinto impressionista si era trasformato in un lugubre quadro futurista.
    Guardai in basso….il mare…..il mio amato mare non c’era più…..come se qualcuno avesse tolto il tappo del lavandino, il mare si era ritirato per decine di metri, scoprendo il fondale, i coralli sulla spiaggia, e migliaia di pesci morenti.
    Un boato, come un tuono che sembra non finire mai, entra nelle orecchie e ti percuote da dentro. Il cuore ora galoppa all’impazzata. Impietrito. Il cervello urlava “muoviti….corri…..vai via….scappa!”, ma non riceveva risposta da nessuno. I miei muscoli erano pietrificati. Ero difronte alla natura scatenata con tutta la sua forza….io essere vivente così piccolo e insignificante al confronto.
    TSUNAMI…..questo è uno tsunami….è la fine….inutile voltarmi, la disperazione il terrore mi ha già travolto. L’aria di fa putrida….odore di fogna…eccolo….il muro d’acqua sporca, la natura vomita il suo disgusto davanti a ciò che noi uomini le facciamo…
    Oddio…oddio….oddiooooooo….perchè….
    Driiinnnnnnnn……CHE CAV……oddio? Si proprio oddio……è la sveglia! In un bagno di sudore apro gli occhi, inizio a connettere, era un sogno, anzi un incubo….mi alzo…è quasi ora di andare a lavorare.
    Ho fatto una doccia veloce, un caffè veloce e sono già in macchina. Il traffico, incredibile oggi….sembra che le macchine si siano moltiplicate oggi. “E’ inutile che suoni quel clacson…..non vedi che siamo tutti fermi?”.
    Quel rumore sordo….sembra il mio frigorifero. MAH!!!

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