La società
odierna ha perso il suo diretto referente: l'uomo.
In effetti, in
un contesto sociale divorato dal materialismo ed assuefatto ad esso é quasi
difficile parlare di spiritualità come “inizio e fine” dell'essere umano così
come viene inteso da Giuseppe Marino nelle sue liriche.
L'uomo, se
vogliamo guardare a lui da un punto di vista strettamente cristiano, è nato da un mirabile intreccio di materia e
spirito uscito dalle mani di Dio. E, comunque, al di là di tutte le teorie ipotizzate, resta inconfutabile, a
mio avviso, il suo anelito di spiritualità che lo rende unico in tutto il
Creato. Non a caso Oscar Wilde affermava: “Quello che un uomo veramente
possiede é quanto ha dentro di sé; quanto ha fuori di sé non dovrebbe avere la
benché minima importanza”.
Ma l'uomo di
oggi, ripeto a gran voce, ha perso l'uomo; ha perso cioè se stesso, il suo io
più profondo e la stessa ragione del suo essere in vita ...
Offenderò le delizie del mio andare
correrò ad ali spiegate contro il tempo
…
O Verità custodita dagli umani dubbi
la luce risplende vergine e pura
oltre la coltre di grigi contorni.
Già, perché si
vive? Anche l'uomo contemporaneo indubbiamente cerca risposte a questa domanda
e se si confronta con la realtà circostante deve concludere che ha barattato il suo spirito per un bene
effimero legato, spesso, alle
congetture...
C'era un tempo in cui non eri
al di qua del mare
l'Infinito ... l'Eternità
domandalo all' essere tuo.
Se solo
guardiamo al secolo appena trascorso e lo analizziamo da diverse angolazioni (guerre,
nazismo, capitalismo, ...) vediamo che non é stato migliore degli altri. E'
stato il secolo delle grandi ideologie che volevano essere esaustive e onnicomprensive ma che
invece hanno prodotto morti, distruzioni, inenarrabili sofferenze...
Allora lo sguardo cade sull'orizzonte:
il saggio dolore fruscia nel sole
non lontano dal suo liquefarsi.
Madido di sudore
avvolgerà il tramonto ogni lacrima
in ampolle eterne e redentrici.
In realtà
l'uomo ha collocato le ideologie al posto di Dio, ha annullato la sua essenza
umana e spirituale determinando i risultati devastanti che sono sotto gli occhi di tutti. Ecco cosa ha
scritto Angelo Amato a proposito: “Prima di un suo significato cristiano, c’è un suo pre significato
umano, che pone in risalto lo ‘spirito’ centro animatore di ogni persona umana.
Auto comprendendosi come spirito, l’uomo rivela la globalità del suo essere,
armonizzando anima e corpo, interiorità ed esteriorità, essere e agire”.
Genialità di arte
creativa
Intuizione
profonda
Perenne soffio di
vita e amore
Arte architettonica
dello Spirito Santo
Roveto ardente di
fuoco d'amore.
Anch'io sono profondamente convinta che l'uomo raggiunga la
sua interezza solo quando fa interagire
in maniera armoniosa spirito e corpo. Non si può in effetti prescindere dallo
spirito se si vuole vivere in rettitudine e la stessa etica trova i suoi
dettami nella coscienza dell'uomo.
E lo scopo del
nostro poeta di richiamare alla spiritualità attraverso la poesia diviene quasi legittimo, mirato e fa assumere
alla poesia stessa un linguaggio di riflessione introspettiva che porta il
lettore attento al recupero interiore come momento di riconciliazione con Dio,
fine ultimo a cui ogni uomo dovrebbe tendere.
La ricerca di Dio è infatti
per Giuseppe Marino appagamento per lo spirito, quiete per l'anima che si
rinfranca dal dolore e dalle asprezze della vita nello Spirito consolatore...
Presenza indicibile di carezze
Trasporto a tutto abbracciare
Nascosta centralità del cuore
Effusione tenera e divina.
Ma sappiamo che l'uomo non
sempre riesce a superare le contraddizioni. E' più facile per lui il cammino in
discesa. In salita per elevare lo spirito ha bisogno di un Essere Supremo, di
un Dio che lo accompagni per mano. Un Dio che spesso non viene cercato, invocato:
manca il tempo. Un altro elemento che vieta all'uomo moderno di colloquiare con
la sua anima e lo rimanda alle parole di Quoist:
Sono uscito, o Signore.
Fuori la gente usciva.
Andavano, venivano,
camminavano, correvano.
...
Correvano per non
perdere tempo.
Correvano dietro al
tempo, per guadagnare tempo.
Il poeta fa diventare, quindi,
la spiritualità una problematica quanto mai attuale che non può prescindere
dalla presenza culturale ed esistenziale del trascendente anche nella vita
dell'uomo di oggi...
Mutano i corsi dei tempi
approcci concreti al divenire
uomini antichi in filigrana
ritornano nelle crepe di Memoria
improvvisando dialoghi da retori oscuri.
E ancora attraverso la lettura
dei versi si evince che la sua spiritualità
si nutre di esperienze, di confronti tra morte e limiti, tra natura e
bellezza trascendentale...
Davanti al tramonto
il limite dell'uomo.
L'anima soltanto può meravigliarsi
stagliarsi sulle cime dell'estasi.
E ancora:
Forse è nelle stelle il mio destino
raggiante di amore e raro
arido della segreta Bellezza
notte calma e silenziosa
che sveli gli arcani misteri: guarda
è Dio che erra per questo cielo
La sua é ancora una
spiritualità che conosce l'importanza della solitudine, del silenzio, del
pensare, del meditare ma che va anche alla ricerca dell’altro e resta aperta a
Dio, se mai si rivelasse...
Fu nella sera incandescente e afosa
senz' aria e immobile
che il cielo aprì la fornace
E ancora:
Contemplazione inverosimile dell' Oltre.
E dell' Altro. Catarsi. Purificazione. Elevazione.
Sostanzialmente
il Marino tende all'arricchimento interiore attraverso la ricerca costante di
Dio e lo fa in maniera delicata, sommessa così come traspare dai suoi versi di
squisita leggiadria:
Le dolcezze rivelate dal tempo ignaro
dell' amore fugace ma benevolo
sono tracce di mistero
orme spalancate verso l' abisso
orme spalancate verso la luce.
La spiritualità per il nostro
poeta è, quindi, essenza del suo essere uomo e dello stesso poetare e rimanda
alle parole dello studioso Kees Waaijman : “La spiritualità tocca il nucleo
centrale della nostra esistenza umana: la nostra relazione con l 'Assoluto”.
Attraverso
le sue liriche (profonde nei contenuti, ricche nelle connotazioni, armoniose
nei versi, libere nella punteggiatura per dare maggiore eco alle parole) si fa
un vero e proprio viaggio nell' anima. E l'uomo, spesso, ha bisogno anche
dell'occasione per fermarsi a meditare e toccare poi la parte più intima di sé.
Oserei
definire Giuseppe Marino “cantore della
spiritualità”.
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