E quando apparirai sul confine rosso dell'orizzonte beneamata agognata immagine non sciogliere i tuoi contorni nei colori dei tramonti.

lunedì 8 settembre 2025

La lettura come esercizio spirituale

La lettura viene spesso considerata una distrazione, una pausa, un’attività da ritagliare tra mille altre. Ma c’è un modo più profondo di leggere. Un modo che non è fuga dal mondo, ma immersione nell’essenziale. Leggere può diventare un esercizio spirituale, un’arte del silenzio, una pratica di ascolto interiore capace di trasformare lo sguardo che abbiamo su noi stessi e sul mondo.

In questo spazio, desidero esplorare con voi proprio questo: come la lettura possa diventare una forma di meditazione, introspezione e preghiera.



Leggere come atto di attenzione

Simone Weil, filosofa mistica del Novecento, scrisse che “l’attenzione, orientata in modo puro, è preghiera”. Questa frase, semplice e folgorante, ci offre una chiave per capire come la lettura possa elevarsi a gesto spirituale. Leggere davvero significa prestare attenzione, fare spazio dentro di sé, accogliere l’altro – l’autore, la voce narrante, il messaggio – con rispetto e apertura.

Quando leggiamo senza fretta, senza distrazioni, ci poniamo in una condizione di ascolto profondo. Siamo presenti. Non cerchiamo subito di “capire”, di interpretare, di giudicare. Semplicemente, stiamo. E in questo stare attento, in questo rimanere in silenzio davanti al testo, avviene qualcosa: ci svuotiamo di noi stessi per fare spazio all’incontro.

Simone Weil pensava che tale esercizio potesse essere applicato anche allo studio, persino a una semplice equazione matematica, se affrontata con spirito puro. Ma la lettura, soprattutto di testi profondi – letterari, sapienziali, poetici o religiosi – si presta particolarmente a questo approccio.

La lectio divina: leggere per pregare

La tradizione monastica conosce da secoli la potenza spirituale della lettura. I monaci benedettini, già dal Medioevo, praticano quotidianamente la lectio divina, ovvero la lettura sacra. Ma attenzione: non si tratta di uno studio intellettuale della Scrittura. La lectio divina è un itinerario dell’anima che passa attraverso quattro tappe:

1.    Lectio – leggere il testo con calma, più volte, con cuore aperto.

2.    Meditatio – riflettere su ciò che colpisce, interrogarsi, dialogare con le parole lette.

3.    Oratio – rispondere al testo con una preghiera personale, un’intuizione, una lode o un grido.

4.    Contemplatio – restare in silenzio, lasciandosi abitare dalla Parola, come presenza viva.

Questa antica pratica non è riservata ai soli testi religiosi. Possiamo applicarla anche a un passo poetico, a un racconto che ci commuove, a un aforisma che ci risveglia. Se leggiamo con spirito contemplativo, se lasciamo che il testo ci legga, anziché cercare subito di dominarlo, allora entriamo davvero nel cuore della lettura spirituale.

Il pensiero di Pascal: il cuore ha le sue ragioni

Un altro autore che ha profondamente intuito la dimensione spirituale della lettura è Blaise Pascal. Nelle sue Pensées, Pascal si muove tra ragione e fede, dubbio e grazia. Il suo stile frammentario è esso stesso meditativo: ogni pensiero è una scintilla, un invito a riflettere, a sostare.

Pascal ci ricorda che il cuore “ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. E proprio leggendo queste sue parole, veniamo toccati da qualcosa che va oltre la logica. La lettura, in questo caso, diventa esperienza di rivelazione, di apertura verso un mistero che ci supera. Non stiamo semplicemente “leggendo” un testo: stiamo lasciando che un altro ci parli da dentro.

Leggere per conoscersi: un cammino interiore

Molti pensano che per conoscersi sia necessario parlare, analizzarsi, confrontarsi. Tutto vero. Ma esiste anche un altro modo, più silenzioso e non meno potente: leggere. Quando ci imbattiamo in una frase che sembra scritta apposta per noi, quando riconosciamo un nostro dolore nelle parole di un romanzo, quando ci sorprendiamo a piangere per la sorte di un personaggio, allora stiamo entrando in noi stessi.

La lettura diventa specchio. Non uno specchio passivo, ma uno specchio profondo, spirituale. Ci mostra chi siamo, ma anche chi potremmo essere. In questo senso, leggere è un viaggio spirituale: ci aiuta a comprendere il nostro cammino, le nostre ferite, le nostre domande.

E se accettiamo di non avere subito tutte le risposte, se resistiamo alla tentazione del giudizio immediato, allora la lettura diventa anche esercizio di umiltà. Di abbandono. Di fede.

Un gesto quotidiano di silenzio

Leggere può essere un atto di resistenza. Un gesto controcorrente. Ogni pagina letta con lentezza è un esercizio di libertà, un modo per riscoprire il valore del silenzio, della profondità, dell’attesa.

Possiamo iniziare ogni giorno con dieci minuti di lettura silenziosa. Possiamo chiudere la giornata con qualche riga di un autore amato. Possiamo scegliere un testo breve e leggerlo ogni giorno per una settimana, lasciando che lentamente ci parli.

Non serve molto. Basta la disponibilità a lasciarsi toccare. A non correre. A non capire tutto. A lasciar entrare.

Conclusione: leggere per abitare l’anima

La lettura spirituale non è evasione, ma immersione. Non è isolamento, ma ascolto. Non è accumulo di informazioni, ma svuotamento e apertura.

Nel tempo lento della lettura profonda, riscopriamo la bellezza della presenza. Di fronte a un testo vero, non siamo mai soli: siamo con noi stessi, con l’autore, con l’umanità che abita quelle parole, e – forse – con Dio.

Che tu legga un Vangelo, un poema di Rilke, un racconto di Borges o un salmo di David, fa’ che quella lettura sia un atto d’amore, di ascolto, di meraviglia. E allora sì, la lettura sarà preghiera. Sarà meditazione. Sarà cammino.

 

20 commenti:

  1. Sicuramente alcuni libri che ho letto sono stati un'esperienza quasi mistica pur senza avere contenuti religiosi. Ci si immerge in un altro mondo e, soprattutto, in un'altra visione del mondo diversa dalla nostra, e questa può essere un'esperienza rivelatoria e illuminante quasi come una visione mistica.

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    1. Ogni libro davvero autentico diventa una soglia, un varco verso un altrove che parla direttamente al cuore. Certi libri, pur senza contenuti religiosi, sanno aprire varchi interiori che illuminano e trasformano. Grazie Ariano!

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  2. Leggere in effetti rappresenta una delle più grandi e nobili attività umane e contiene tutte le "moltitudini" che ben descrivi. Leggendo questo post ho pensato a quanto un'attività come leggere oggi per le nuove generazioni sia pressoché impensabile. Non posseggono l'abilità di immergersi nel silenzio, conservare una soglia dell'attenzione per più di dieci minuti, leggere li sfianca, li annoia, li annienta quando devono farlo "per forza". Noi insegnanti facciamo tantissima fatica a trasmettere il gusto, l'interesse per la lettura. Però è pur vero che tanti insegnanti non leggono affatto.

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    1. Credo che tu abbia toccato un punto cruciale: non si può trasmettere l’amore per la lettura se non lo si vive in prima persona. I ragazzi colgono subito se la proposta nasce da una passione autentica o da un dovere vuoto. Forse la sfida è proprio questa: più che “insegnare a leggere”, testimoniare quanto leggere possa essere nutrimento, libertà e gioia. Quando un insegnante legge davvero, diventa un esempio vivo. Questo tuo commento potrebbe essere uno spunto per un prossimo post. Grazie!

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  3. Tutto condivisibile ma preferisco il non cercare spasmodicamente quell'immersione e la simbiosi forzata col testo da leggere. Ci deve essere un invito, un nostro accomodarsi, un accogliere reciproco. Altrimenti si rischia la superficialità e la meccanicizzazione, il voler scoprire qualcosa che deve essere spontaneo e mai frutto di premeditazione. La magia si instaura così, con un'immersione reciproca, senza tappe, senza corse, senza traguardi. Perfetto quel "il testo ci legga". Ecco lo spirito, donazione reciproca, e nessun metodo.

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    1. La lettura è incontro, e come ogni incontro autentico accade quando c’è disponibilità reciproca.

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  4. Quando, per il mio grande diletto, visito pievi, chiese, abbazie e le loro bellezze, spesso leggo le preghiere a questo o quel santo ivi venerato.
    È una lettura semplice, senza filtri, curiosa.
    Buondì

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    1. Un gesto semplice, ma capace di aprire squarci di intimità e di continuità con l’anima di quei luoghi. Buona giornata a te!

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  5. La lettura è ascolto, accoglienza, e solo immergendosi completamente col cuore e con la mente in ciò che si legge si riesce a far germogliare dentro di sé i semi che ci porta. Per questo è importante leggere BENE, non TANTO, e soprattutto leggere cose a cui valga la pena di dedicare un pezzo della propria vita.

    Buona serata.

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    1. Concordo: meglio poche letture autentiche che tante frettolose.

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  6. Spesso inizio a leggere scegliendo il testo ma senza sapere a cosa andrò incontro .Molte volte,per fortuna,la lettura assorbe talmente che non esiste più altro attorno,non è solo silenzio,è scoperta, ricerca,45iflessione,anche meditazione.Smettere e ritornare al presente,spesso è faticoso,quasi traumatico,ho bisogno di riadattarmi.Ma è una bella sensazione.

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    1. ... e il bello è che, anche dopo aver richiuso il libro, una parte di quell’esperienza continua ad accompagnarci!

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  7. Ho sottolineato frasi e parole molto spesso durante le mie letture ,credo sia davvero come sentirsi strettamente connessi a se stessi ,all'autore e — forse — con Dio".
    Un piacevole "forse", rafforzato anche dalla tua visione che ho trovato davvero toccante.
    Hai citato frasi e un autore che ho avuto modo di conoscere proprio grazie alla lettura.
    Grazie per questo post:)

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    1. Quelle parole sottolineate diventano ponti, legami invisibili che ci uniscono all’autore e, a volte, a qualcosa di più alto e misterioso. Anch'io lo faccio!!!

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  8. Un post molto interessante.
    Ho partecipato, meditato, pregato a molte lectio divinae, ho avuto la fortuna di "allenarmi" a questa pratica che diventa poi un modo di ascolto e riflessione quasi naturale.
    Saluti belli.
    sinforosa

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    1. La lectio divina è davvero un esercizio prezioso, che con il tempo diventa respiro dell’anima e ci educa ad ascoltare in profondità. Grazie!

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  9. Ho sempre pensato che prima di scrivere devi leggere: più leggi meglio scrivi. Mi pare che, tranne poche eccezioni, l'esercizio spirituale e di attenzione della lettura sia diventato rarissimo. I social lo hanno ucciso, la scrittura conseguente è scesa a un livello mediocre, i blog in alcuni casi come il tuo restano come piccole oasi di riflessione...ma sono solo oasi.

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    1. I social hanno eroso l’attenzione e spesso impoverito lo stile, ma blog, lettori appassionati e piccole comunità di lettura rimangono oasi preziose dove coltivare gusto e rigore. Grazie!!!

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  10. Ho sempre letto di tutto, mi piace comprendere e conoscere tante menti e punti di vista delle persone. Spiritualmente ti arricchisce, grazie di essere passato da me sei sempre il benvenuto buon sabato

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    1. È un piacere essere passato da te: sarai sempre la benvenuta. Saluti!

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