E quando apparirai sul confine rosso dell'orizzonte beneamata agognata immagine non sciogliere i tuoi contorni nei colori dei tramonti.

lunedì 5 maggio 2025

L’eleganza del riccio di Muriel Barbery

"La bellezza consiste nell’essere felici di poco"


Muriel Barbery


A volte i romanzi più delicati sono quelli che lasciano il segno più profondo. L’eleganza del riccio, scritto da Muriel Barbery, è uno di quei libri che non urlano, ma sussurrano con grazia. È un’opera che scivola con discrezione tra le pieghe della quotidianità, dove nulla sembra accadere e invece accade tutto. È un romanzo che educa alla lentezza e all’ascolto, che invita a osservare oltre le apparenze, e a riconoscere la bellezza nascosta negli angoli più insospettabili della vita.


Una portinaia che legge Tolstoj

Protagonista e voce narrante, almeno in parte, è Renée Michel, portinaia di un elegante palazzo parigino. Ai condomini appare come una donna ordinaria, persino scialba. Ma dietro questa facciata dimessa si cela un’intelligenza raffinata, una passione per l’arte, la filosofia e la letteratura russa. Renée è un personaggio costruito con cura estrema: porta su di sé il peso di una vita che le ha insegnato a celarsi, a non mostrare il proprio splendore culturale per non disattendere le aspettative che gli altri hanno verso una semplice portinaia.

La sua voce, ironica e malinconica, ci accompagna nella narrazione con riflessioni dense, colte ma mai pretenziose, capaci di aprire squarci di verità su temi esistenziali profondi: la bellezza, la solitudine, la morte, il significato dell’essere autentici in un mondo che premia la finzione.

Paloma: tredici anni, genio incompreso

In parallelo, incontriamo Paloma Josse, una ragazza tredicenne che vive nello stesso palazzo. È l’altra anima del romanzo, una sorta di eco giovanile alla figura di Renée. Anche Paloma è dotata di un’intelligenza fuori dal comune, ma a differenza dell’anziana portinaia, ha deciso che la vita non vale la pena di essere vissuta e ha pianificato di suicidarsi il giorno del suo compleanno. È un personaggio tenero e implacabile, capace di vedere la vacuità degli adulti, l’ipocrisia del mondo borghese in cui è immersa, e tuttavia alla ricerca disperata di uno spiraglio di senso.

Il suo diario di pensieri profondi e osservazioni taglienti sulla vita nel palazzo si alterna alla narrazione di Renée, creando un doppio registro stilistico che rende la lettura varia, scorrevole e mai scontata.

Un incontro che trasforma

La vera svolta del romanzo avviene con l’arrivo di un nuovo inquilino, Kakuro Ozu, un gentiluomo giapponese che con la sua sensibilità riesce a intuire il mondo nascosto dentro Renée. Il loro incontro non ha nulla di romantico in senso convenzionale, ma è profondamente umano, poetico, quasi spirituale. È il momento in cui i gusci iniziano a incrinarsi, le barriere a cedere, e ciò che era celato può affiorare con pudore ma senza più vergogna.

Anche Paloma, dal canto suo, viene toccata dalla figura di Renée, che le offre inconsapevolmente un esempio di esistenza diversa: colta ma semplice, solitaria ma non arida, nascosta ma non per questo priva di luce.

La cultura come rifugio e possibilità

L’eleganza del riccio è un romanzo profondamente letterario, nel senso migliore del termine. Non è solo colto, è un inno alla cultura come rifugio, come atto di resistenza. Renée legge Tolstoj, ascolta Mahler, riflette su Husserl, ma non lo fa per vantarsi o elevarsi: lo fa perché nella cultura ha trovato un rifugio per il proprio spirito. E Barbery riesce in un piccolo miracolo: trasmettere queste riflessioni con una scrittura mai pesante, talvolta ironica, spesso lirica, sempre autentica.

Conclusione: la bellezza del nascondersi

Ciò che colpisce maggiormente nel romanzo è la sua capacità di parlare a chiunque abbia mai sentito di dover nascondere una parte di sé per timore del giudizio altrui. Renée e Paloma sono due anime che si proteggono dietro maschere: la prima dietro l’anonimato, la seconda dietro il cinismo. Ma il cuore della narrazione è proprio questo: la possibilità di abbattere quelle maschere, e di scoprire che, anche nel silenzio e nella solitudine, può nascere una bellezza potente.

L’eleganza del riccio ci insegna a vedere ciò che spesso ignoriamo: l’eleganza dell’anima, la nobiltà delle piccole cose, l’importanza di ascoltare il silenzio interiore. E ci ricorda che ogni vita, anche la più apparentemente banale, può racchiudere un mondo. Basta solo saper guardare — o leggere — con occhi nuovi.

 

9 commenti:

  1. Felice di leggere da te di un libro che ho trovato stupendo, scoperto per caso oltretutto (e questo me lo rende ancora più caro), ed è proprio l'eleganza dell'anima - che giustamente sottolinei - ad impadronirsi del lettore e proiettarlo in un mondo davvero magico, le affinità elettive con Renée catturano chiunque rimanga affascinato. Purtroppo la Barbery, almeno dal mio punto di vista, non è più riuscita ad esprimersi a questi livelli, come successo ad altri scrittori fantastici, penso a Sukind dopo il successo incredibile de Il profumo, ma immagino che una volta toccato il cielo, replicare non sia sempre cosa semplice.. grazie Giuseppe!

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  2. Non conosco questo libro.Buona settimana.

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  3. Concordo sul fatto che certe opere delicate siano quelle che più sanno lasciare un'impronta.

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  4. Lo lessi almeno una decina di anni fa e mi è rimasto nel ricordo come una delle storie più belle in cui mi sia imbattuta.

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  5. Libro e film per me importantissimi. Ho vissuto sulla mia pelle l'indifferenza degli abitanti di un lussuoso palazzo, dove mia madre fece la portinaia. Per anni nessuno mi ha chiamato Angela ma venivo apostrofata solo come... la figlia della portinaia. Anch'io come Renée avevo nel piccolo appartamento tanti libri e cercavo di ritrovare in essi, l'umanità che quelle persone non possedevano. Eravamo invisibili ai loro occhi che ci consideravano solo il mezzo per ottenere favori. Leggendo il libro mi sono commossa, anche se ora sono una vecchia donna.

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    1. Il film purtroppo nettamente al di sotto delle attese.. tant'è che anche la Barbery ha negato i diritti per utilizzare il titolo completo.. ;)

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  6. Ho letto il libro e visto il film, anni fa. Mi era piaciuto molto, anche se avrei preferito un altro finale. Renée si era nutrita di cultura per tutta la vita e si sarebbe meritata anche un lunga vita colma di amore. In ogni caso, uno splendido libro!

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  7. Non ho letto questo libro così interessante e ne devo recuperare tantissimi.

    C'è indubbiamente una forma di fascino creativo anche nel visibile culturale di certe opere,grazie:)

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