E quando apparirai sul confine rosso dell'orizzonte beneamata agognata immagine non sciogliere i tuoi contorni nei colori dei tramonti.

lunedì 7 luglio 2025

Le parole dimenticate: scrivere per salvare il linguaggio

C’è una strana malinconia nelle parole che non si usano più.

Parole abbandonate, polverose, silenziose. Parole che un tempo illuminavano i pensieri e oggi giacciono ai margini del linguaggio quotidiano. Alcune sembrano uscite da un libro antico, altre hanno la delicatezza di un sussurro, altre ancora la forza di un urlo poetico che nessuno ascolta più.

Eppure ogni parola ha una storia, una sfumatura, un’anima.

Recuperarle non è solo un atto di amore verso la lingua, ma anche un gesto creativo e consapevole: è riscoprire il piacere della precisione, dell’immaginazione, della bellezza. È come riportare in vita un piccolo tesoro sepolto nella memoria del tempo.


Perché recuperare parole dimenticate?

Ma se togliamo le sfumature alle parole, togliamo anche profondità ai pensieri. Recuperare parole rare o in disuso significa allargare il nostro vocabolario emotivo e narrativo.

Significa scrivere con più intenzione, con più grazia, con più identità.

Ogni scrittore, ogni lettore, ogni amante della lingua può farsi custode di queste parole smarrite. E usarle non solo per nostalgia, ma per necessità: perché certe emozioni, certe atmosfere, certi gesti, non si possono dire meglio in nessun altro modo.

Parole belle e dimenticate da riscoprire

Ecco una piccola selezione di parole rare, poetiche e dimenticate, con qualche spunto per restituire loro vita e dignità.

 

1.    Còlcre (sostantivo femminile)

Significato: stato d’animo dolcemente malinconico, simile a quello che si prova nel ricordo dell’infanzia.

Uso: in una poesia che parla di un’estate perduta, nei pensieri di un personaggio che osserva la casa in cui è cresciuto.

"Il giardino odorava di ciliegie e di còlcre. Nulla era cambiato, eppure tutto si era perso."

 

2.    Tregenda (sostantivo femminile)

Significato: riunione notturna di streghe, sabba; per estensione, confusione caotica.

Uso: in un racconto gotico, ma anche per descrivere una discussione accesa, una scena tumultuosa.

"Nella sala buia, la tregenda di pensieri si agitava senza requie."

 

3.    Melisma (sostantivo maschile)

    Significato: ornamento musicale consistente nel prolungare una sillaba su più note; per estensione, un’onda dolce e continua nel discorso o nello stile.

    Uso: nella descrizione di una voce, di uno stile narrativo che incanta, o di un sogno che si espande come canto.

"La sua voce aveva il melisma del vento tra le foglie, e ogni parola sembrava una carezza."

 

4.    Lucernaio (sostantivo maschile)

    Significato: apertura nel tetto per lasciar entrare la luce; simbolicamente, uno squarcio di chiarezza nel buio.

    Uso: in una scena simbolica, o per rappresentare una rivelazione improvvisa.

"Tra la nebbia dei suoi pensieri si aprì un lucernaio: finalmente vedeva."

 

5.    Inverecondo (aggettivo)

    Significato: impudico, sfrontato, ma anche sorprendentemente vivo, scandalosamente autentico.

    Uso: per descrivere una verità che spiazza, un gesto che rompe le convenzioni, un amore travolgente.

"Lo amava in modo inverecondo, senza grazia, senza difese."

 

6.    Lume (sostantivo maschile)

    Significato: luce fioca, presenza lieve di chiarore; nel linguaggio poetico, guida interiore o spirituale.

    Uso: in un testo filosofico o spirituale, o nella descrizione di una presenza interiore che accompagna un personaggio.

"Aveva perso ogni certezza, ma nel cuore ardeva ancora un lume."

 

7.    Dileguare (verbo)

    Significato: svanire, sparire gradualmente, come nebbia o sogno.

   Uso: per descrivere il tempo che passa, i ricordi che si attenuano, le illusioni che svaniscono.

"Le sue parole si dileguarono nell’aria, leggere come polvere di stelle."

 

8.    Arzillo (aggettivo)

Significato: vivace nonostante l’età, pieno di spirito.

Uso: per personaggi anziani ma vitali, oppure in senso ironico, per oggetti “vecchi” ancora funzionanti.

"Quel vecchio romanzo era ancora arzillo: le sue pagine parlavano con voce giovane."

 

9.    Intarsio (sostantivo maschile)

    Significato: decorazione ottenuta con l’inserimento di materiali diversi; metaforicamente, una narrazione fatta di dettagli preziosi.

   Uso: per descrivere uno stile di scrittura, un ricordo complesso, una giornata fatta di piccoli momenti.

"La sua memoria era un intarsio: ogni frammento portava con sé una luce diversa."

 

In conclusione

Scrivere è anche un atto di conservazione.

Un modo per trattenere, nel fluire incessante del tempo, qualcosa che rischierebbe di perdersi. Le parole dimenticate sono come conchiglie: se le porti all’orecchio della mente, puoi sentire ancora il suono del mare da cui provengono.

Recuperarle significa arricchire il nostro sguardo sul mondo. Significa restituire alla lingua la sua meraviglia originaria.
E, in fondo, significa ricordare che ogni parola è una possibilità di bellezza.

 

1 commento:

  1. Ce ne sono alcune che vado ricercando appositamente: un intarsio letterario, come un lucernaio ove penetri un raggio lieve, ad eludere il dileguarsi della poesia..

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