E quando apparirai sul confine rosso dell'orizzonte beneamata agognata immagine non sciogliere i tuoi contorni nei colori dei tramonti.

lunedì 21 luglio 2025

Stoner di John Williams

C’è una bellezza rara, discreta e disarmante in Stoner di John Williams. Un romanzo che attraversa in punta di piedi l’esistenza di un uomo apparentemente insignificante, eppure capace di lasciare un’impronta silenziosa e potente nel cuore del lettore. È una storia di fallimenti, di occasioni mancate, di ostacoli mai completamente superati. Ma soprattutto, è la celebrazione della dignità, della resistenza quotidiana, della perseveranza in ciò che si ama, anche quando il mondo sembra voltare lo sguardo altrove.

Pubblicato per la prima volta nel 1965, Stoner ha vissuto una lunga stagione di oblio prima di essere riscoperto e consacrato come uno dei più grandi romanzi americani del Novecento. Il suo protagonista, William Stoner, figlio di contadini del Missouri, scopre tardi e per caso l’amore per la letteratura e, da quel momento, decide di dedicare la propria vita all’insegnamento universitario. Nonostante le premesse accademiche, Stoner non è un romanzo intellettuale. È, piuttosto, una profonda e toccante esplorazione dell’esistenza umana nella sua forma più pura e spoglia.

La forza della narrazione silenziosa

La scrittura di John Williams è sobria, cristallina, priva di orpelli. Ogni frase pesa il giusto, ogni parola è scelta con rigore e tenerezza. C’è un ritmo misurato che accompagna il lettore pagina dopo pagina, un incedere che riflette il passo stesso della vita del protagonista. Eppure, proprio questa sobrietà stilistica riesce a evocare un turbine di emozioni: compassione, malinconia, rabbia, tenerezza, ammirazione. Si entra in sintonia con William Stoner non perché sia un eroe o un antieroe, ma perché è semplicemente umano. Profondamente, tragicamente, magnificamente umano.

Il fallimento come forma di resistenza

Nel corso della sua vita, Stoner conosce l’insuccesso in molte forme: un matrimonio infelice, una carriera accademica ostacolata da rivalità e ingiustizie, una distanza sempre crescente dalla figlia, una sola storia d’amore vissuta come un breve respiro d’aria pura. Ma Williams ci guida a comprendere che il fallimento, nel mondo di Stoner, non è sinonimo di sconfitta. È piuttosto una forma di resistenza silenziosa. Una scelta di coerenza interiore. Stoner non cede mai al cinismo, non si piega alle logiche del potere, non abbandona ciò che ama davvero, anche quando tutto sembra opporsi.

Questo è il vero cuore del romanzo: la possibilità che anche una vita ordinaria, invisibile agli occhi della società, possa contenere una grandezza autentica. Un’epica sommessa fatta di coerenza, passione e fedeltà a sé stessi.

La grandezza della vita ordinaria

Stoner è, in un certo senso, un inno alla vita silenziosa. Il suo amore per la letteratura, la dedizione alla professione, la capacità di sopportare il dolore senza per questo smettere di credere nel valore delle piccole cose, sono tutti tratti che costruiscono un personaggio memorabile, universale.

La grandezza che Stoner ci racconta non ha nulla di clamoroso. È fatta di gesti minimi, di scelte coerenti, di silenzi che pesano più delle parole. È quella grandezza che si può trovare nella vita di ognuno di noi, se solo impariamo a guardarla con occhi nuovi. Ed è proprio questo che fa del romanzo un’opera straordinaria: riesce a parlare a tutti, perché parla della vita stessa, della sua semplicità e complessità, del suo dolore e della sua bellezza discreta.

Un romanzo che urla dentro

Non ci sono colpi di scena, né rivelazioni sensazionali. Eppure, si chiude il libro con il cuore pesante, gli occhi lucidi, e un senso di gratitudine per aver incontrato un uomo come Stoner. La sua vita può sembrare, in superficie, una vita qualunque, persino grigia. Ma dentro quella vita si agitano passioni profonde, dolori laceranti, sogni taciuti, bellezze silenziose.

Non è un romanzo facile. Richiede ascolto, pazienza, empatia. Ma per chi è disposto a percorrere questa strada, il viaggio sarà indimenticabile.

Conclusione

Stoner è un romanzo che lascia il segno. Non per la sua trama, non per l’azione, ma per la sua capacità di toccare qualcosa di intimo e profondo nel lettore. È una meditazione sulla vita, sull’identità, sull’amore e sul tempo. È la prova che anche l’esistenza più silenziosa può avere un valore immenso. Un libro da leggere lentamente, da assaporare, da rileggere negli anni. Perché in William Stoner, in qualche modo, ci siamo anche noi: fragili, ostinati, capaci di amare e di fallire, e proprio per questo, infinitamente vivi.

 

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...