sabato 26 ottobre 2024

Vanità di vanità: una riflessione sul senso della vita

“Vanità di vanità, tutto è vanità”


Qoelet 1,2




“Vanità di vanità, tutto è vanità” recita il Qoèlet, lasciando che queste parole penetrino l’animo come un soffio che spazza via ogni pretesa di grandezza e di potere. Che cosa intendeva dirci con questa espressione così potente e apparentemente sconsolata? Il termine “vanità” qui non rappresenta semplicemente l’orgoglio o l’apparenza, ma qualcosa di più sottile e inafferrabile: la caducità della nostra esistenza, l’inconsistenza di ciò che cerchiamo di costruire con tanta fatica, e il destino inevitabile di ogni cosa che crediamo solida e duratura.

Ci affanniamo ogni giorno per ottenere un riconoscimento, un successo, un traguardo che, una volta raggiunto, si rivela spesso insoddisfacente, lasciandoci con un senso di vuoto. Come se, una volta che la vetta è stata scalata, ci accorgessimo che la montagna è solo un miraggio. Il Qoèlet non ci esorta a rinunciare alle nostre aspirazioni, ma ci invita a riflettere su ciò che resta quando tutte le illusioni cadono: qual è il vero senso delle nostre azioni, delle nostre passioni, dei nostri sogni?

Quando tutto è destinato a passare, ciò che rimane è l’essenza invisibile ma indistruttibile di ciò che siamo veramente. Il messaggio del Qoèlet non è un lamento sulla fugacità della vita, ma un invito a cercare il significato profondo delle cose, oltre la superficie. Le nostre azioni non sono vanità se vengono fatte con amore, con saggezza, con la consapevolezza che ogni attimo è prezioso non perché eterno, ma proprio perché destinato a svanire.

Se tutto è vanità, allora la vita è un cammino che ci invita a liberarci delle false apparenze, delle maschere, delle preoccupazioni inutili, e a ricercare ciò che ha un valore intramontabile: la capacità di amare, di comprendere, di entrare in contatto con il mistero che ci avvolge. Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo vivere pienamente nel suo flusso, trovando nella fragilità e nella transitorietà delle cose un riflesso della nostra verità interiore.

Il Qoèlet ci pone di fronte a una scelta: inseguire il vento, accumulare ciò che alla fine si dissolve come polvere, o abbracciare l’essenza spirituale della vita, che sta non nel possedere, ma nel donare; non nel trattenere, ma nell’accogliere; non nel cercare il controllo, ma nel trovare la pace nel nostro essere più autentico.

“Vanità di vanità” non è, dunque, una condanna. È una preghiera sussurrata affinché impariamo a lasciare andare ciò che non conta e a riconoscere la scintilla di eternità che si nasconde nel presente. Siamo qui, ora, per un istante che non tornerà più: e in questo brevissimo tempo che chiamiamo vita, l’unica vera ricchezza è vivere ogni giorno come un dono, senza rimpianti, e con il cuore aperto alla meraviglia di ciò che è, senza pretendere che sia diverso.

3 commenti:

  1. Purtroppo per sete del potere, per egoismo, per apparire, per vanità si scatenano anche le guerre
    Ciao buon weekend
    enrico

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  2. Certamente un invito a non dare troppa importanza alla "gallina domani" e a pensare più all'"uovo oggi", per così dire, ma anche a non disperarsi troppo per i rovesci e gli insuccessi, che sono anch'essi "vanità" sul lungo periodo.

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  3. Oltretutto c'è un certo richiamo tra questa espressione che recita il Qoèlet e il vangelo secondo Luca

    “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?“.

    Senza la presenza di Dio e del suo amore tutto perde senso , significato e valore.

    Quanto tempo dedichiamo a cose futili e a farci guerra gli uni con gli altri perdendo il senso del nostro esistere e allontanandoci da quello per cui esistiamo davvero .La vita è dono ,non va sprecato. .."non nel trattenere, ma nell’accogliere; non nel cercare il controllo, ma nel trovare la pace nel nostro essere più autentico".

    L.

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