Qoelet 1,2
“Vanità di vanità, tutto è vanità” recita il Qoèlet, lasciando che queste parole penetrino l’animo come un soffio che spazza via ogni pretesa di grandezza e di potere. Che cosa intendeva dirci con questa espressione così potente e apparentemente sconsolata? Il termine “vanità” qui non rappresenta semplicemente l’orgoglio o l’apparenza, ma qualcosa di più sottile e inafferrabile: la caducità della nostra esistenza, l’inconsistenza di ciò che cerchiamo di costruire con tanta fatica, e il destino inevitabile di ogni cosa che crediamo solida e duratura.
Ci affanniamo ogni giorno per ottenere un riconoscimento, un
successo, un traguardo che, una volta raggiunto, si rivela spesso
insoddisfacente, lasciandoci con un senso di vuoto. Come se, una volta che la
vetta è stata scalata, ci accorgessimo che la montagna è solo un miraggio. Il
Qoèlet non ci esorta a rinunciare alle nostre aspirazioni, ma ci invita a
riflettere su ciò che resta quando tutte le illusioni cadono: qual è il vero
senso delle nostre azioni, delle nostre passioni, dei nostri sogni?
Quando tutto è
destinato a passare, ciò che rimane è l’essenza invisibile ma indistruttibile
di ciò che siamo veramente. Il
messaggio del Qoèlet non è un lamento sulla fugacità della vita, ma un invito a
cercare il significato profondo delle cose, oltre la superficie. Le nostre
azioni non sono vanità se vengono fatte con amore, con saggezza, con la
consapevolezza che ogni attimo è prezioso non perché eterno, ma proprio perché
destinato a svanire.
Se tutto è vanità, allora la vita è un cammino che ci invita
a liberarci delle false apparenze, delle maschere, delle preoccupazioni
inutili, e a ricercare ciò che ha un valore intramontabile: la capacità di
amare, di comprendere, di entrare in contatto con il mistero che ci avvolge.
Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo vivere pienamente nel suo flusso,
trovando nella fragilità e nella transitorietà delle cose un riflesso della
nostra verità interiore.
Il Qoèlet ci pone di fronte a una scelta: inseguire il
vento, accumulare ciò che alla fine si dissolve come polvere, o abbracciare
l’essenza spirituale della vita, che sta non nel possedere, ma nel donare; non
nel trattenere, ma nell’accogliere; non nel cercare il controllo, ma nel
trovare la pace nel nostro essere più autentico.
“Vanità di vanità” non è, dunque, una condanna. È una
preghiera sussurrata affinché impariamo a lasciare andare ciò che non conta e a
riconoscere la scintilla di eternità che si nasconde nel presente. Siamo qui,
ora, per un istante che non tornerà più: e in questo brevissimo tempo che
chiamiamo vita, l’unica vera ricchezza è vivere ogni giorno come un dono, senza
rimpianti, e con il cuore aperto alla meraviglia di ciò che è, senza pretendere
che sia diverso.
Purtroppo per sete del potere, per egoismo, per apparire, per vanità si scatenano anche le guerre
RispondiEliminaCiao buon weekend
enrico
Se si desse più valore alla pace e al rispetto, molte sofferenze potrebbero essere evitate.
EliminaCertamente un invito a non dare troppa importanza alla "gallina domani" e a pensare più all'"uovo oggi", per così dire, ma anche a non disperarsi troppo per i rovesci e gli insuccessi, che sono anch'essi "vanità" sul lungo periodo.
RispondiEliminaMeglio concentrarsi su quello che possiamo fare oggi e non preoccuparci troppo dei fallimenti. A lungo andare, anche le sconfitte perdono importanza.
EliminaOltretutto c'è un certo richiamo tra questa espressione che recita il Qoèlet e il vangelo secondo Luca
RispondiElimina“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?“.
Senza la presenza di Dio e del suo amore tutto perde senso , significato e valore.
Quanto tempo dedichiamo a cose futili e a farci guerra gli uni con gli altri perdendo il senso del nostro esistere e allontanandoci da quello per cui esistiamo davvero .La vita è dono ,non va sprecato. .."non nel trattenere, ma nell’accogliere; non nel cercare il controllo, ma nel trovare la pace nel nostro essere più autentico".
L.
Troppo spesso ci perdiamo in cose futili, dimenticando ciò che davvero conta. La vita è un dono prezioso, e trovare pace significa vivere con autenticità, accogliendo invece di trattenere.
Eliminauna delle mie letture preferite.
RispondiEliminalieto giorno
Il libro del Qoèlet offre riflessioni profonde e stimolanti, invitandoci a considerare ciò che ha davvero valore nella vita.
EliminaSiamo profondamente superficiali, e nonostante cuori e menti sagge ci avvisino da una vita, facciamo una fatica enorme, chi scatenando guerre, chi semplici antipatie da pianerottolo, ma sbagliando tutti alle stessa maniera.
RispondiEliminaSpesso restiamo bloccati nella superficialità, ignorando saggi consigli. Che si tratti di conflitti grandi o piccoli, continuiamo a ripetere gli stessi errori.
EliminaHo letto più volte il Qoelet biblico, ne sono sempre molto affascinata. Un monito per tutti, non solo per i credenti. Una lettura che tutti dovrebbero concedersi.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione! Ciao Marina. Un abbraccio!
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