La vera pace non è assenza di conflitto, ma presenza di luce
nel cuore.
Questa frase rovescia la nostra percezione superficiale
della serenità. Non ci invita a fuggire dal conflitto, ma a trasformarlo. Non
ci propone di costruire una vita senza problemi, ma di coltivare uno sguardo
interiore capace di attraversarli con consapevolezza.
Il conflitto come parte della vita
Il conflitto è inevitabile. Fa parte della nostra crescita.
È presente nei rapporti umani, nelle decisioni difficili, negli incroci
dell’anima in cui ci ritroviamo divisi tra ciò che desideriamo e ciò che è
giusto. Non possiamo cancellarlo, ma possiamo imparare a camminarci dentro
senza perderci.
Rifiutare il conflitto, negarlo, significa rifiutare una
parte essenziale della realtà. E quando lo facciamo, spesso quella tensione
ignorata si accumula dentro di noi come un fiume che preme contro gli argini.
Prima o poi, rompe tutto.
Invece, affrontare il conflitto con la luce nel cuore
significa portare comprensione dove c’è rabbia, empatia dove c’è scontro,
silenzio profondo dove c’è caos. Non per vincere. Non per dimostrare qualcosa.
Ma per restare fedeli a noi stessi anche quando tutto intorno vacilla.
La luce del cuore: guida e rifugio
La luce nel cuore non è un concetto astratto. È quella forza
invisibile che ci tiene in piedi quando tutto sembra crollare. È la voce che ci
ricorda chi siamo, anche quando fuori regna il disordine. È compassione,
gentilezza, fermezza interiore. È la capacità di vedere oltre le apparenze, di
comprendere le ferite nascoste dietro i gesti degli altri, e di non reagire con
durezza, ma con dignità.
Essere in pace non significa vivere senza dolori, senza
contraddizioni. Significa essere in armonia con ciò che è, senza smettere di
lottare per ciò che può essere. È un equilibrio fragile, ma potente. Una fiamma
che non brucia, ma illumina. Che non urla, ma consola.
Coltivare la pace dentro di sé
Come si costruisce questa pace? Non arriva da fuori. Non
nasce da un lavoro perfetto, da una relazione priva di attriti, da giornate
sempre serene. Al contrario, nasce nella pratica quotidiana del vivere con
pienezza, nel non tirarsi indietro di fronte alle difficoltà, nell’ascolto
attento delle proprie emozioni, nell'accettazione che la vita è movimento, ma
che dentro di noi possiamo creare uno spazio immobile, saldo, sicuro.
Ecco alcuni semi che possono far germogliare la luce nel
cuore:
- Consapevolezza: ascoltare ciò che accade dentro di noi senza
giudizio.
- Perdono: lasciare andare il rancore, non per dimenticare, ma
per guarire.
- Empatia: mettersi nei panni dell’altro, anche quando è
difficile.
- Verità: dire ciò che sentiamo, ma con delicatezza.
- Silenzio
interiore: ritagliarsi momenti per
respirare, stare, osservare.
Ogni giorno ci offre l’occasione di essere costruttori di
pace. Non nelle grandi imprese, ma nei piccoli gesti: nel modo in cui parliamo,
rispondiamo, ci avviciniamo agli altri. La luce nel cuore è fatta di scelte. E
la pace è il frutto di quelle scelte ripetute, pazienti, silenziose.
Una rivoluzione invisibile
La vera pace non è mai appariscente. È silenziosa, discreta,
spesso invisibile agli occhi del mondo. Ma è potente. Cambia le relazioni,
guarisce i luoghi, trasforma la storia personale. Non c’è bisogno di gridarla,
perché si sente. E chi la possiede, anche solo per un attimo, diventa
luce per chi gli sta accanto.
Non cerchiamo la pace nei luoghi dove non c’è rumore.
Cerchiamola dentro di noi, dove la luce può brillare anche quando il cielo è
coperto.
Carissimo Giuseppe, in tempi scellerati, mi accontento dell'assenza di conflitto; quello che spara, uccide, affama.
RispondiEliminaPer i dilemmi interiori ci sarà tempo. Ora neghiamo le armi vere, disinneschiamo il dolore. 🕊️
Carissimo,
Eliminale tue parole toccano un nodo essenziale: quando la realtà è attraversata dalla violenza concreta, la priorità è fermare il fuoco, salvare vite, guarire le ferite.
Quella che descrivi sembra essere, al momento, un'utopia irraggiungibile, visto quello che succede nel mondo. Mi associo a Franco, per ora mi accontenterei anche dell'assenza di conflitto. Che sarebbe il primo gradino per raggiungere il nirvana della "luce nel cuore" di cui parli. Ma di gradini da salire per arrivare a quel punto ce ne sono tanti, forse troppi.
RispondiEliminaI gradini da salire sono molti, e spesso sembrano franare sotto i piedi. Sperare non fa male!
EliminaLa mancanza di conflitti ( in questo momento nel mondo ce ne sono 50) è il più bel regalo che desidero. La pace è necessaria per vivere meglio.
RispondiEliminaLa pace è il dono più grande che possiamo augurarci e offrire.
EliminaLeggo il tuo scritto,poi leggo i tre commenti precedenti al mio e mi rendo conto di come la consapevolezza si fa presenza di differente interpretazione dentro ognuno di noi, ed è giusto che sia così ci mancherebbe ,da qui non posso però che rendermi conto del come la consapevolezza delle guerre esteriori sovrasta la pace interiore... ma immaginarsi se fosse quest'ultima a sovrastare le guerre esteriori ,percepirsi partecipi rivoluzionari del cambiamento al bene.
RispondiEliminaHo molto apprezzato questo scritto perché tocca una parte talmente profonda e sentita da creare un armonia con le parole scritte in modo inequivocabile,grazie e buona serata
Se la pace interiore diventasse forza collettiva, potrebbe davvero (o forse) cambiare il mondo. Un caro saluto e buona serata a te.
EliminaEsistono piccoli conflitti, discussioni, problemi di salute, divergenze, che si possono risolvere e allora si può trovare la pace. Difficile sentirsi in pace quando cadono le bombe sulla testa, muoiono le persone intorno, si teme ogni giorno per la propria vita per noi e per quelli che ci sono cari. Io ho vissuto in pace gli anni della mia attività lavorativa, vivo in pace nella mia famiglia e con i miei amici, proprio perché i conflitti non sono mai stati irrisolvibili, ma non so se riuscirei ancora a sentirmi serena di fronte ad una malattia mortale, per esempio.
RispondiEliminaLa pace vera nasce quando i conflitti restano umani, affrontabili, risolvibili. Di fronte alla sofferenza estrema, come la guerra o la malattia grave, la serenità vacilla — ed è comprensibile.
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