E quando apparirai sul confine rosso dell'orizzonte beneamata agognata immagine non sciogliere i tuoi contorni nei colori dei tramonti.

lunedì 13 gennaio 2025

George Orwell e il potere politico della scrittura

George Orwell, una delle figure più influenti della letteratura del Novecento, non è noto solo per i suoi romanzi distopici come 1984 e La fattoria degli animali, ma anche per i suoi saggi incisivi. Uno dei suoi scritti più celebri, Why I Write, offre una riflessione profonda sulle motivazioni che spingono uno scrittore a creare, delineando un percorso che va oltre la semplice creatività artistica per toccare corde più profonde e socialmente rilevanti.



Le quattro motivazioni della scrittura

In Why I Write, Orwell identifica quattro motivazioni principali che spingono uno scrittore a scrivere:

1.    Puro egoismo: il desiderio di essere ricordati, di sembrare intelligenti agli occhi degli altri, di essere argomento di conversazione e di essere ricordati dopo la morte. Questo impulso è universale, ma varia nell'intensità da scrittore a scrittore.

2.  Entusiasmo estetico: l'apprezzamento della bellezza nel mondo esterno o, in parole, il piacere di creare qualcosa di armonioso e ben costruito. Orwell sottolinea come questo elemento sia particolarmente evidente nei lavori che pongono grande attenzione alla forma e al linguaggio.

3.    Impulso storico: il desiderio di vedere le cose come sono, di scoprire fatti veri e conservarli per l'uso delle generazioni future. Questo impulso è strettamente legato al desiderio di accuratezza e verità, che spinge molti scrittori a esplorare il passato o documentare il presente.

4.    Scopo politico: la volontà di spingere il mondo in una certa direzione, di alterare l'idea degli altri sul tipo di società per cui dovrebbero lottare. Orwell crede che nessun libro sia veramente apolitico, poiché la stessa struttura linguistica e il contesto in cui si scrive sono intrinsecamente influenzati dalle condizioni politiche.

La scrittura come strumento di cambiamento

E proprio sullo scopo politico Orwell si sofferma maggiormente. Scrive in un'epoca segnata da conflitti mondiali, totalitarismi e rapidi cambiamenti sociali. Queste esperienze lo portano a vedere la scrittura come un mezzo per contrastare le ingiustizie e denunciare le falsità propagandistiche.

Secondo Orwell, ogni riga di seria scrittura è un atto politico. Egli crede che il linguaggio abbia un potere immenso e che possa essere utilizzato per manipolare le masse. Questo lo spinge a promuovere un linguaggio chiaro e onesto, capace di rivelare verità scomode e di smascherare le menzogne. Nelle sue opere più celebri, come 1984, Orwell esplora il controllo del linguaggio come forma di controllo sociale, illustrando come la manipolazione della verità possa portare alla soppressione della libertà individuale.

La sua convinzione che “Il linguaggio politico è progettato per rendere le bugie suonare veritiere e l'omicidio rispettabile” riflette il suo impegno a smascherare le falsità dei regimi oppressivi. Orwell è profondamente consapevole del potere della narrativa nel plasmare l'opinione pubblica e nel promuovere il cambiamento sociale.

L’impatto di Orwell sulla scrittura contemporanea

Le idee di Orwell sulla scrittura continuano a influenzare scrittori e pensatori contemporanei. Il suo impegno per la verità e la trasparenza nel linguaggio ha trovato eco in molti autori che vedono la scrittura non solo come un mezzo di espressione personale, ma anche come uno strumento di responsabilità sociale. L’eredità di Orwell ci invita a riflettere su come le nostre parole possano contribuire a plasmare il mondo, per il meglio o per il peggio.

Oggi le fake news e la disinformazione sono all'ordine del giorno e il messaggio di Orwell sulla necessità di un linguaggio chiaro e onesto è più rilevante che mai. La sua opera ci ricorda che la scrittura è un atto di resistenza, un modo per affermare la propria verità in un mondo che spesso cerca di distorcerla.

Why I Write rimane una lettura fondamentale per chiunque sia interessato a comprendere le motivazioni dietro la scrittura e il suo potenziale impatto sulla società. Orwell ci invita a considerare non solo il "perché" scriviamo, ma anche il "come" le nostre parole influenzano il mondo intorno a noi.

Quali sono le motivazioni che ti spingono a scrivere? Riesci a vedere un elemento politico o sociale nei tuoi scritti, come suggerisce Orwell? Come pensi che la scrittura possa influenzare la società di oggi?



10 commenti:

  1. Non mi ci ritrovo nelle quatro motivazioni orwelliane. Anche se a doverne scegliere una, direi la prima. "Io scrivo come respiro", sottolineo spesso, che non rientra nell'impulso di essere ricordati, ma piuttosto di sopravvivere, offrirsi una necessità impellente. Una gratificazione tutta personale, uno scopo esistenziale, un bisogno da esaudire. Certo come blogger mi illudo a volte di offrire particolari "illuminazioni", esprimere sensazioni, trasmettere punti di vista, ma lungi da me il voler influenzare altri se non principalmente me stesso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La scrittura per te sembra essere, quindi, se non vado errando, una necessità profonda. Più un modo per esprimere te stesso che per cercare di influenzare gli altri. In poche parole, la tua scrittura come un atto personale, come qualcosa che serve per "sopravvivere" e non per essere ricordati. Anche se, poi, come blogger può capitare di condividere pensieri e sensazioni, alla fine sembra che scrivere ti aiuti principalmente a conoscere meglio te stesso. Spero di aver colto il tuo pensiero!!!

      Elimina
  2. Oggi direi che ogni motivazione sia strettamente legata al punto 1. A discapito spesso della qualità della narrazione, in tantissimi scrivono, le stesse "scuole di scrittura" orientano potenziali scrittori verso un pensiero acritico nei riguardi della scrittura come atto di valore. Un autore come Orwell, scrittore vero, ci ha lasciato perle indiscusse di letteratura politica, ha guardato al mondo e ne ha tratto metafore attraverso le quali ci ha spinto verso una riflessione. Mi vengono in mente altri autori di questo genere, Bulgakov, Roth, la stessa Michela Murgia. Il suo primo atto nel mondo della scrittura è racchiuso in un piccolo libro che si intitola "Il mondo deve sapere", nel quale dietro una narrazione in apparenza leggera e tendente a una sorta di teatro dell'assurdo, ci ha raccontato il lavoro precario, le logiche degli squali che offrono lavoro a orde di giovani in cerca di autodeterminazione. E non perché ne avesse sentito parlare, ma perché lo aveva vissuto sulla propria pelle.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La scrittura non deve essere solo un esercizio tecnico o un modo per seguire mode, ma un atto di riflessione profonda sul mondo, proprio come ha fatto Orwell. Questi autori, da Bulgakov a Murgia, non scrivono solo per narrare, ma per farci vedere la realtà sotto una luce diversa, spesso cruda, ma veritiera. La scrittura diventa uno strumento per raccontare verità vissute, e non solo per intrattenere o seguire regole predefinite. Interessante pensare alla scrittura come a un modo per dare voce a esperienze autentiche.

      Elimina
  3. Orwell ha saputo vedere in anticipo quanto fossero mostruosi i regimi comunisti, mentre tanti altri intellettuali europei (purtroppo tantissimi italiani) lodavano e decantavano l'Urss e il comunismo...
    Nei miei scritti di politica ce ne è poca, sicuramente si capisce che sono un conservatore ma non è l'elemento centrale dei libri che ho scritto.
    La scrittura oggi viene utilizzata politicamente soprattutto nei social networks che, permettendo solo micro-messaggi, sono perfetti per veicolare "contenuti" che in realtà sono solo slogan sbrigativi, spesso anche superficiali e con molte falsità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Orwell ha avuto la capacità di vedere le contraddizioni e le mostruosità dei regimi "comunisti", mentre molti intellettuali, purtroppo, non riuscivano a vedere oltre la propaganda. Anche tu, nel tuo approccio alla scrittura, sembri privilegiare un pensiero più profondo, senza ridurre tutto a slogan politici. Oggi, infatti, i social networks sono diventati un terreno fertile per messaggi rapidi e superficiali, che non permettono la riflessione o una visione complessa delle cose. La scrittura, in questo senso, ha perso un po' della sua forza critica, ma è bello che tu, nei tuoi libri, cerchi di mantenere un equilibrio, senza rinunciare alla riflessione personale.

      Elimina
  4. La mia non è una scrittura puramente egoistica, non cerco gloria, riconoscimenti, non voglio essere ricordata dopo la morte, non è nemmeno una scrittura che vorrebbe cambiare il mondo o i punti di vista. Quella di Orwell, invece, è una scrittura potente, un atto politico assolutamente e di denuncia. Ho letto anche "Fiorirà l'aspidistra" e "Senza un soldo a Parigi e Londra" e in entrambi è netta la sua visione del mondo dominato dal denaro, dalla povertà, dal vittimismo, temi ricorrenti della sua narrazione. Da lui impariamo qualcosa, non per niente le sue opere principali parlano ancora al presente. Livello che è impossibile raggiungere solo con la passione per la scrittura.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La tua scrittura è più personale e riflessiva, senza l'intento di cercare fama o cambiare il mondo. Orwell, invece, scriveva con una forte intenzione politica e di denuncia, trattando temi come la povertà e il potere del denaro, che sono ancora rilevanti oggi. La sua scrittura non si basa solo sulla passione, ma anche su una visione critica della realtà che lo rende così potente e duratura. Spero di aver compreso il tuo pensiero!

      Elimina
  5. Io non sono una scrittrice, pertanto mi riesce difficile immaginare le motivazioni che spingano un professionista a scrivere. Penso comunque molto dipenda dai suoi interessi, dalle sue conoscenze e dai suoi desideri.
    Sicuramente, per molti, potrà esserci il desiderio di immortalità. Attraverso un'opera importante, letta nel corso dei secoli, un autore sarà studiato e ricordato. Bisogna essere però particolarmente bravi.
    Il piacere di creare bellezza e perfezione nella forma e nel linguaggio potrà sicuramente spingere degli scrittori a scegliere questa strada, ma vediamo anche molti autori contemporanei utilizzare linguaggi crudi e ben poco musicali. Mi viene in mente Fenoglio. La prima volta che lessi i suoi romanzi non mi piacque affatto il suo modo di scrivere, pur rendendomi conto che era molto adatto alle situazioni e ai personaggi che raccontava.
    Per gli amanti della storia, sicuramente il desiderio di accuratezza e verità sarà un valido impulso per ambientare il proprio discorso in un'epoca precisa, così come uno scrittore interessato alla politica, potrà cercare di utilizzarla, nel bene o nel male, per spingere i lettori verso una direzione o nell'altra.
    Non credo, in definitiva, che gli scrittori seguano tutti e quattro insieme i punti elencati da Orwell.
    Non dimentichiamo che adesso scrivano un po' tutti. Attori, cantanti, sportivi, presentatori...Spesso cavalcano l'onda del successo nei loro campi e scrivono qualsiasi cosa, più spesso biografie, pur di vendere. I media fanno la loro parte pubblicizzando.
    Io scrivo, saltuariamente, perché mi piace comunicare. Fin da piccola mi piaceva tanto ascoltare mio padre che mi raccontava le storie della sua vita. Così anch'io racconto. E' un po' come averlo ancora accanto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La scrittura, per molti, è un atto che nasce da motivazioni diverse, che vanno dall'espressione personale alla ricerca di bellezza o verità storiche. Non tutti gli scrittori sono mossi dal desiderio di immortalità o di influenzare il mondo, ma piuttosto dalla necessità di comunicare qualcosa di significativo. Mi piace anche il tuo esempio di Fenoglio: il suo linguaggio crudo è perfetto per il contesto, anche se inizialmente può sembrare distante dal nostro gusto. La scrittura, come dici, può essere anche un modo per mantenere viva una connessione, come nel caso delle storie che raccontava tuo padre. È un atto intimo, che arricchisce chi lo pratica, indipendentemente dal successo che può venire. Grazie mille per questa tua riflessione e per i tuoi ricordi personali.

      Elimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...