E quando apparirai sul confine rosso dell'orizzonte beneamata agognata immagine non sciogliere i tuoi contorni nei colori dei tramonti.

martedì 2 settembre 2025

Un racconto, tante voci Settembre 2025

Cari amici,

eccoci a un nuovo appuntamento con il nostro gioco di scrittura creativa!

Settembre porta con sé profumi e ricordi, e per questo mese vi invito a lasciarvi ispirare da un incipit che parla di vendemmia, di memoria e di tempo che lentamente cambia.

L’incipit da cui partire è il seguente:


"Settembre arriva con l’odore dolce dell’uva matura e il fruscio leggero delle foglie che iniziano a tingersi d’oro. È il mese in cui il tempo sembra rallentare, quasi volesse concedere all’estate l’ultimo respiro prima dell’autunno. I ricordi riaffiorano come grappoli pieni, pronti a essere colti: mani segnate dal lavoro, ceste colme di frutti e voci che si intrecciano nei filari. La vendemmia non è solo raccolta, ma rito antico che lega passato e presente, memoria e speranza, in un brindisi silenzioso al ciclo eterno della vita."

Lasciate che da queste parole nasca un vostro racconto. Potrà essere realistico o fantastico, breve o articolato: l’importante è che l’incipit resti invariato, e che da lì la vostra voce dia vita a una storia unica.

A fine mese, il post con tutti i vostri racconti!

Buona scrittura a tutti!!!

 

30 commenti:

  1. Bello ma non sono tanto brava in queste cose, però ci penserò e vedrò se trovo qualche cosa di valido. Saluti.

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  2. non mi occorre il respiro dell'autunno perché i ricordi affiorino.
    la vendemmia è una delle diverse attività lavorative che ho svolto. e anche una delle più piacevoli.
    ciao

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    1. Anche a me piace molto la vendemmia. Mi piace sporcarmi di uva e di mosto e avere addosso l'odore di "Primitivo". Solo che adesso ho poco tempo per andare alla vendemmia.

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  3. Ottima iniziativa, ma passo la mano ad autori più bravi.

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  4. Idee in fermento,come il buon mosto di questa stagione:ci sarò.

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  5. "... al ciclo eterno della vita, che lentamente muore per poi risorgere, rinnovata, a primavera".
    sinforosa

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  6. Giuseppe da noi non c'è la cultura dell'uva E perché la montagna dove abito non lo permette Sono un buongustaio però del vino e rimango entusiasta nel vedere le Vigne così ordinati e così ben curate da noi ottobre Porta le castagne e il buon fungo

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    1. Beh sì, indubbiamente. La montagna offre decisamente altri frutti e tutti buonissimi. Le castagne incominceremo ad assaggiarle il mese prossimo e, tra noi amici, qualche serata, la trascorreremo a mangiare caldarroste e a bere del buon vino.

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  7. Non ho mai partecipato ad una vendemmia, pertanto non ho ricordi in merito, né potrei inventare qualcosa su esperienze mai conosciute. Passerò comunque sicuramente a leggere i racconti dei bravissimi scrittori che si cimenteranno qui!

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  8. C'è tutto nel tuo incipit che sa tanto di poesia...proverò, cmq, ad aggiungere qualcosa. Grazie.

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  9. Neanche io ho mai partecipato ad un rito così antico e coinvolgente ma sono sicuro che quello che accadrà stavolta lascerà tutti basiti..

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  10. VENDEMMIA NEL TEMPO

    “Settembre arriva con l’odore dolce dell’uva matura e il fruscio leggero delle foglie che iniziano a tingersi d’oro. È il mese in cui il tempo sembra rallentare, quasi volesse concedere all’estate l’ultimo respiro prima dell’autunno. I ricordi riaffiorano come grappoli pieni, pronti a essere colti: mani segnate dal lavoro, ceste colme di frutti e voci che si intrecciano nei filari. La vendemmia non è solo raccolta, ma rito antico che lega passato e presente, memoria e speranza, in un brindisi silenzioso al cielo eterno della vita”.
    Ed eravamo tutti insieme quella sera con un bicchiere di primitivo in mano. Quel vino univa il nostro dire, ci portava a fare confidenze intime e a raccontare, a raccontare del tempo.
    Io ritornai indietro negli anni e mi rividi bambina. Bambina felice tra i filari d’uva traboccanti e dai pampini ancora verdi.
    Riudivo le voci allegre, le risate e i canti che sapevano di nenia antica… quasi una eco mai spenta che legava il tempo e la gente delle nostre terre nella fatica.
    Io fanciulla spensierata, insieme a fratellini e cuginetti, correvo con un cestino sul capo a trovare piccoli grappoli da strappare con le mani: a noi bambini le cesoie non erano concesse, ma solo di stare con i grandi in compagnia. Io, ricordo, stac-cavo chicchi neri e bianchi per saziare la mia bocca sempre pronta al dolce e poi andavo alla ricerca di formiche tra l’erba a cui lasciare la mia parte di abbondanza.
    Grandi e bambini si mangiava sotto un albero enorme di fichi ancora colmo e si rideva nell’ascolto di aneddoti e racconti lontani.
    La vendemmia richiedeva fatica e sudore e solo per noi bambini era una grande festa. L’acqua fresca degli orci dissetava e il pane sembrava più buono accompagnato da pomodori e formaggio e un sorso di vino dell’anno precedente. E dopo anche qualche fico rallegrava le bocche.
    Il sole anneriva la pelle degli uomini e le donne bardate si coprivano persino il capo con fazzoletti bianchi di bucato. Noi bimbi non lavoravamo, eppure imbrattati di uve avevamo i vestiti.
    Una festa di calabroni, api e formiche era tra i filari lunghi e infiniti. Piste per le nostre scorribande e per i nostri giochi. Ogni tanto una voce ragguardevole ci rabboniva perché intralciavamo il lavoro. Restavamo buoni e fermi per poco e poi su un pianoro, per non disturbare dei grandi la vendemmia, continuavamo i giochi.
    Ricordi di lieta spensieratezza riempivano la mia mente, mentre gli altri al chiacchiericcio si abbandonavano.
    Adesso godo di settembre l’aria mite e il dolce far niente accanto al mare e il cuore sazio di ricordi.

    Maddalena Corigliano

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    1. Grazie Maddalena. Sempre presente e puntuale. Ci risentiamo l'ultimo giorno del mese per il post riepilogativo di tutti i racconti. Ancora grazie!!!

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  11. Che bellissima idea!
    Provo anch'io allora ;)

    Settembre arriva con l’odore dolce dell’uva matura e il fruscio leggero delle foglie che iniziano a tingersi d’oro. È il mese in cui il tempo sembra rallentare, quasi volesse concedere all’estate l’ultimo respiro prima dell’autunno. I ricordi riaffiorano come grappoli pieni, pronti a essere colti: mani segnate dal lavoro, ceste colme di frutti e voci che si intrecciano nei filari. La vendemmia non è solo raccolta, ma rito antico che lega passato e presente, memoria e speranza, in un brindisi silenzioso al ciclo eterno della vita.
    La mia, di memoria, mi riporta a un vigneto pieno pieno di uva scura, americana, coi nonni e gli zii e i cugini, tutti riuniti a raccoglierla in grosse ceste di plastica. Ci veniamo ogni anno, chissà da quanto, chissà per quanto. Davvero. Non lo ricordo. Perché poi è finita. Perché ora invece sono qui, venticinque e anche più anni dopo, alla casa in campagna del mio amico Fabrizio. Ai parenti si sono sostituiti gli amici, una nuova famiglia di gente che resta, in parte, e gente che va e viene, un po' come l'uva, che a volte è proprio ostinata e non si stacca, perciò resta, vicina ai frutti della propria madre, e altre invece quasi cade da sé, la tiri giù che è una bellezza, che la vita è bella anche grazie ai cambiamenti.
    È un settembre ancora caldo, troppo, rispetto a quello di quand'ero bambino, ma nella tavola domenicale del pranzo sta rinnovando l'antico rito, qui all'ombra del portico, mentre brindiamo coi frutti raccolti l'anno prima, grati che ci sia ancora, nonostante tutto, questo incantesimo forse divino, conservato in grappoli, che ancora, saranno vino.

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    1. Benvenuto. E grazie per aver partecipato a questa iniziativa partita a gennaio. Il 2 di ogni mese vi è un nuovo incipit e l'ultimo del mese un post riepilogativo di tutti i racconti che sono arrivati con un mio personale breve commento. Quando vuoi si è quì!!!

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  12. TUTTO SUCCEDE A SETTEMBRE
    Settembre arriva con l’odore dolce dell’uva matura e il fruscio leggero delle foglie che iniziano a tingersi d’oro. È il mese in cui il tempo sembra rallentare, quasi volesse concedere all’estate l’ultimo respiro prima dell’autunno. I ricordi riaffiorano come grappoli pieni, pronti a essere colti: mani segnate dal lavoro, ceste colme di frutti e voci che si intrecciano nei filari. La vendemmia non è solo raccolta, ma rito antico che lega passato e presente, memoria e speranza, in un brindisi silenzioso al ciclo eterno della vita."
    Settembre ha sempre segnato nuove tappe,nuovi cambiamenti spesso importanti per la mia esistenza.
    Ovvio che le situazioni si adattavano,via via ,al cambio delle stagioni anche della la vita .
    Riicordo,di settembre,le vendemmie dagli zii.Partenza all'alba con muli ed asini e spesso , noi bambini che avevamo avuto la fortuna di essere accontentati,venivamo sistmati dentro le ceste,trasportate dagli asini.
    Subito dopo iniziava la scuola.Strada da fare a piedi, per noi era un gioco,cartelle di stoffa frutto delle abili mani delle nostre mamme.
    Il primo anno,1946,una pluriclasse.Vicino alla scuola c'era la signora Giovannina che in un angolo della sua stanza piu grande aveva uno scafaletto con quaderni matite gomme colori temperamatite caramelle liquirizia quadretti di zucchero ,cubetti di cotognata, un miscuglio da bazar. Io chiedevo i soldini per i quaderni e qualche matita ma poi compravo le caramelle.
    Fu sempre in settembre,prima che iniziasse la scuola ,che ci siamo trasferiti dal borgo dov'eravamo nati e dove c'erano i nonni e gli zii,in paese,un paese vero con strade,luci,acqua corrente.. Io iniziavo le medie ,il più giovane dei fratelli la prima elementare.Nuove comodità, nuove amicizie nuova vita.
    In settembre si sposò mia sorella,evento importante in famiglia e l'emozione di mio padre che sembrava non reggere.In quella occasione,per il piccolo paese abbiamo inaugurato un nuovo stile,per i matrimoni,accantonando usi e costumi ben radicati.
    Un altro settembre,conclusi gli anni del diploma, segnò il trasferimento dal piccolo paese alla grande città,in cerca di lavoro,mio padre non c'era più e mi sentivo esponsabile per il resto della famiglia.
    Mi ha accolto un settembre bellissimo,mite luminoso pieno di colori,di viali alberati e giardini ad abbellire ed arricchire il paesaggio urbano. Strade eleganti , palazzi, movimento, vita attiva e socievole,come succedeva nella Milano dei peimi anni sessanta.Non sono partita con la valigia di cartone,non avevo neanche quella,ma non mi sarebbe servita. Solo qualche borsa,dove mettere un diploma e le pccole cose indispensabili al viaggio.Bagaglio leggero, il resto che mi portavo dietro non aveva un peso fisico:la nostalgia per ciò che lasciavo,il senso di spaesamento ma anche i tantissimi progetti,le speranze che mi spingevano a non fermarmi erano cose leggere come i pensieri, come i sogni di una ventenne...
    E' da quella nuova realtà che ho iniziato,finalmente,la mia vendemmia.
    Anno dopo anno ,trasferimenti famiglia cambiamenti di stagioni anche quelle della vita e di lavoro,curando l'invecchiamento,come un buon vino da centellinare a piccoli sorsi.
    Così sono arrivata all'attuale settembre dopo un altro giro di boa.Giorni di ospedale,qualche rappezzo al motore qualche revisione ancora da fare,ma sono qui,appena in tempo per non mancare a questo appuntamento mensile che sta diventando un piacevole incontro di persone amiche ,di idee e di parole.

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  13. U COME UVA
    "Settembre arriva con l’odore dolce dell’uva matura e il fruscio leggero delle foglie che iniziano a tingersi d’oro. È il mese in cui il tempo sembra rallentare, quasi volesse concedere all’estate l’ultimo respiro prima dell’autunno. I ricordi riaffiorano come grappoli pieni, pronti a essere colti: mani segnate dal lavoro, ceste colme di frutti e voci che si intrecciano nei filari. La vendemmia non è solo raccolta, ma rito antico che lega passato e presente, memoria e speranza, in un brindisi silenzioso al ciclo eterno della vita."
    Eppure se ci penso affiora alla mia mente il ricordo dell’uva, di un grappolo, il disegno di un grappolo. U COME UVA… Io e i miei compagni facevamo a gara a chi lo colorava meglio e più velocemente, ma io ci avrei messo anche un’ora, ma non dovevo assolutamente uscire dai bordi, gli acini dovevano essere blu scuro e perfetti, nessuna sbavatura. Ricordo ancora l’emozione dei primi giorni, la prima campanella. Eravamo immersi in una atmosfera di gioia, stupore e ansia. La maestra, così imperturbabile nella sua casacca nera coi quadretti azzurri sulle tasche, gli occhiali spessi, i capelli ricci che mostravano l’età che iniziava ad avanzare, e quel buffo neo accanto alla bocca. Le volevo un gran bene, mi ha insegnato a rammendare, a scrivere, a divorare libri da leggere, che gran donna, che MAESTRA. Si a settembre si vendemmiava, ma quelli erano i grandi, noi, i fanciulli avevamo un immancabile appuntamento con il primo giorno di scuola, con la vita che tornava a bussare al nostro quotidiano dopo quel leggiadro sospendersi nel tempo e nello spazio delle vacanze.

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  14. "lascerà tutti basiti".. così basiti che mi sono dimenticato di scriverlo.. ahah.. ma se lo faccio al volo me lo pubblichi lo stesso?

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