L’estate è una stagione di luci intense, di sogni che sembrano sospesi tra realtà e immaginazione, di attimi in cui tutto può cambiare senza preavviso. È proprio in questo clima che nasce la nuova sfida di scrittura collettiva di giugno: Un racconto, tante voci.
Questo mese ti invito a entrare in un mondo dove il cielo si capovolge e diventa un mare azzurro, popolato da pesci che nuotano tra le stelle. Dove Mara, la protagonista, si addormenta con il suono della risacca nel cuore e si sveglia con la sabbia tra le dita, percependo un cambiamento che nessun altro sembra notare.
Un’estate misteriosa, sospesa tra sogno e realtà, pronta a svelare segreti e magie.
Ma la storia non è ancora completa: serve la tua voce, la
tua fantasia, il tuo sguardo unico per continuare questo racconto. Che cosa
accade quella mattina? Quali avventure o rivelazioni attendono Mara? Come si
intrecciano sogno e realtà in questo mondo capovolto?
L’estate è anche tempo di racconti, di emozioni da scoprire
insieme. Non perdere l’occasione di lasciare il tuo segno in questa storia in
divenire.
Sei pronto a scrivere? Ecco l’incipit:
“Quell’estate
cominciò con un sogno: il cielo si era capovolto, e al posto delle nuvole
c’erano onde lente, azzurre, abitate da pesci che nuotavano tra le stelle.
Ogni notte, Mara si addormentava con il rumore della
risacca nel cuore e si svegliava con la sabbia tra le dita. Nessuno sembrava
accorgersi di nulla, ma lei sapeva che qualcosa stava cambiando.
Poi,
una mattina …”
Appena potrò risponderò a tutti i vostri commenti e farò visita sui vostri blog. Purtroppo questo periodo per me è troppo impegnativo dal punto di vista lavorativo e non riesco a stare davanti al computer per molto tempo. Anzi, a volte, quasi per nulla!!! Abbiate pazienza. Vi porto nel cuore!!!
Tenterò ancora,almeno spero.
RispondiEliminaNe sono sicuro!
EliminaGià qualcosa bolle in pentola.. merito delle tue evocazioni e delle tue visioni.. a fine giugno quindi!! ;)
RispondiEliminaAttendo!
Eliminal'ambientazione non si addice alla mia fantasia :)
RispondiEliminalieto giorno
Ci sta!
Eliminalieto giorno
EliminaAnche a te, caro!
EliminaSOGNO D’ESTATE
RispondiEliminaQuell’estate cominciò con un sogno: il cielo si era capovolto, e al posto delle nuvole c’erano onde lente, azzurre, abitate da pesci che nuotavano tra le stelle.
Ogni notte, Mara si addormentava con il rumore della risacca nel cuore e si svegliava con la sabbia tra le dita. Nessuno sembrava accorgersi di nulla, ma lei sapeva che qualcosa stava cambiando.
Poi, una mattina… Mara continuò a dormire a lungo e a sognare.
All’orizzonte apparve una nave pirata. Il capitano era un ragazzo alto, dal-la pelle color ebano e dai capelli scuri come la notte e i suoi occhi spicca-vano sul suo viso come due campi verdi.
Mara se ne innamorò subito. In lui vedeva l’uomo della sua vita atteso per anni. Sì, era lui il suo principe che anziché giungere su un cavallo bianco giungeva su un galeone.
La nave si avvicinava sempre più e lei rapita dal suo capitano si perdeva nei suoi occhi. Occhi però spenti. Sì, il bellissimo capitano era cieco. Era stato vittima di un maleficio. Al timone, infatti, vi era il suo quartiermastro pirata. Il bellissimo capitano era sull’albero maestro e si lasciava accarezzare dalla brezza marina e baciare dal sole. Mara si accorse subito della sua cecità perché non governava la ciurma ma ne sentiva solo le grida. Tutti a piena voce berciavano:” Terra, terra!”.
Scesero dal galeone. Lei era l’unica persona su quella spiaggia dorata e deserta.
Si accostò immediatamente al capitano che le raccontò del suo incantesimo e che per riacquistare la vista aveva bisogno di una fanciulla che scendesse nelle profondità del mare per trovare uno smeraldo dalla forma di una stel-la marina. La brillantezza dello smeraldo riflessa nei suoi occhi gli avrebbe restituito la bellezza del vedere.
Mara commossa e senza esitazione si immerse negli abissi del mare. Nuotò e cercò lo smeraldo tra gli anfratti delle rocce e delle barriere coralline e tra i pesci dalle mille e svariate forme e dai colori infiniti.
Dopo tanto cercare trovò finalmente la stella di smeraldo tra le folte e variegate alghe. Era adagiata lì da tantissimo tempo, forse da quando il bel capitano ancora bambino aveva subito l’incantesimo di una spietata vec-chia invaghita dei suoi occhi.
Mara afferrò la stella marina, riemerse e la portò al capitano.
Quella mattina, però, il sole non era ancora sorto a squarciare le nuvole. C’era un’alba appena accennata.
Quelle ore di attesa a Mara parvero più lunghe di tutte le notti e di tutti i giorni impiegati per trovare la stella preziosa.
Tra ansie e ore lente il sole fece finalmente capolino nel cielo e con i suoi raggi illuminò lo smeraldo.
Mara in trepida attesa vide un fremito tra le ciglia del suo bel capitano. Il giovane incominciò a guardarsi intorno e scorse Mara: una ragazza dalla pelle chiara, dai capelli biondi e dagli occhi azzurri come il mare.
Il capitano rimase abbagliato dalla sua bellezza e dolcezza. Capì che era innamorata di lui, perché solo una donna innamorata avrebbe sfidato gli abissi del mare come aveva fatto lei.
Le si avvicinò, la guardò profondamente negli occhi e la baciò con dolcezza.
Mara si svegliò, si ritrovò sola ma felice del suo sogno.
Si sentiva un’eroina che aveva ridato la vista agli occhi spenti del suo uomo, anche se di lui non seppe mai il nome.
Felice e speranzosa ritornò alla quotidianità della sua calda estate. Guardando il mare sorrideva al pensiero del suo sogno e aspettava di veder giungere su un vascello il capitano della sua vita reale.
Una mattina dal lucore insolito e dal sapore di salsedine nell’aria vide emergere dalle acque azzurre e limpide un ragazzo dagli occhi verdi e bello come un Adone: era l’uomo tanto atteso che avrebbe finalmente cambiato la sua esistenza.
Il sogno era stato premonitore di una bellissima nuova realtà da vivere senza timori e pienamente non solo per l’intera estate, ma per tutta la vita.
Maddalena Corigliano
Grazie Maddalena.
EliminaSOGNO D’ESTATE
RispondiEliminaQuell’estate cominciò con un sogno: il cielo si era capovolto, e al posto delle nuvole c’erano onde lente, azzurre, abitate da pesci che nuotavano tra le stelle.
Ogni notte, Mara si addormentava con il rumore della risacca nel cuore e si svegliava con la sabbia tra le dita. Nessuno sembrava accorgersi di nulla, ma lei sapeva che qualcosa stava cambiando.
Poi, una mattina… Mara continuò a dormire a lungo e a sognare.
All’orizzonte apparve una nave pirata. Il capitano era un ragazzo alto, dal-la pelle color ebano e dai capelli scuri come la notte e i suoi occhi spicca-vano sul suo viso come due campi verdi.
Mara se ne innamorò subito. In lui vedeva l’uomo della sua vita atteso per anni. Sì, era lui il suo principe che anziché giungere su un cavallo bianco giungeva su un galeone.
La nave si avvicinava sempre più e lei rapita dal suo capitano si perdeva nei suoi occhi. Occhi però spenti. Sì, il bellissimo capitano era cieco. Era stato vittima di un maleficio. Al timone, infatti, vi era il suo quartiermastro pirata. Il bellissimo capitano era sull’albero maestro e si lasciava accarezzare dalla brezza marina e baciare dal sole. Mara si accorse subito della sua cecità perché non governava la ciurma ma ne sentiva solo le grida. Tutti a piena voce berciavano:” Terra, terra!”.
Scesero dal galeone. Lei era l’unica persona su quella spiaggia dorata e deserta.
Si accostò immediatamente al capitano che le raccontò del suo incantesimo e che per riacquistare la vista aveva bisogno di una fanciulla che scendesse nelle profondità del mare per trovare uno smeraldo dalla forma di una stel-la marina. La brillantezza dello smeraldo riflessa nei suoi occhi gli avrebbe restituito la bellezza del vedere.
Mara commossa e senza esitazione si immerse negli abissi del mare. Nuotò e cercò lo smeraldo tra gli anfratti delle rocce e delle barriere coralline e tra i pesci dalle mille e svariate forme e dai colori infiniti.
Dopo tanto cercare trovò finalmente la stella di smeraldo tra le folte e variegate alghe. Era adagiata lì da tantissimo tempo, forse da quando il bel capitano ancora bambino aveva subito l’incantesimo di una spietata vec-chia invaghita dei suoi occhi.
Mara afferrò la stella marina, riemerse e la portò al capitano.
Quella mattina, però, il sole non era ancora sorto a squarciare le nuvole. C’era un’alba appena accennata.
Quelle ore di attesa a Mara parvero più lunghe di tutte le notti e di tutti i giorni impiegati per trovare la stella preziosa.
Tra ansie e ore lente il sole fece finalmente capolino nel cielo e con i suoi raggi illuminò lo smeraldo.
Mara in trepida attesa vide un fremito tra le ciglia del suo bel capitano. Il giovane incominciò a guardarsi intorno e scorse Mara: una ragazza dalla pelle chiara, dai capelli biondi e dagli occhi azzurri come il mare.
Il capitano rimase abbagliato dalla sua bellezza e dolcezza. Capì che era innamorata di lui, perché solo una donna innamorata avrebbe sfidato gli abissi del mare come aveva fatto lei.
Le si avvicinò, la guardò profondamente negli occhi e la baciò con dolcezza.
Mara si svegliò, si ritrovò sola ma felice del suo sogno.
Si sentiva un’eroina che aveva ridato la vista agli occhi spenti del suo uomo, anche se di lui non seppe mai il nome.
Felice e speranzosa ritornò alla quotidianità della sua calda estate. Guardando il mare sorrideva al pensiero del suo sogno e aspettava di veder giungere su un vascello il capitano della sua vita reale.
Una mattina dal lucore insolito e dal sapore di salsedine nell’aria vide emergere dalle acque azzurre e limpide un ragazzo dagli occhi verdi e bello come un Adone: era l’uomo tanto atteso che avrebbe finalmente cambiato la sua esistenza.
Il sogno era stato premonitore di una bellissima nuova realtà da vivere senza timori e pienamente non solo per l’intera estate, ma per tutta la vita.
Maddalena Corigliano
II parte:Questi i miei versi ,a completare il racconto, l'insieme era troppo lungo-
RispondiEliminaNon lo vedevi il mare
separato da strada e ferrovia
alte per i tuoi anni ,ancora pochi.
Ma lo sentivi bene:
le notti che nel mare era tempesta,
i pomeriggi calmi di risacca,
le mattinate con il cielo azzurro
e le onde a carezzare la battigia.
E ,lontana,sognavi,al tuo ritorno
lunghe nuotate e chiacchiere
e merende di pane , pomodoro
sale origano e ...sabbia e le partite
a carte con gli amici vecchi e nuovi.
E pensi ancora al mare:
ci pensi quando tornano i ricordi
sbattuti sugli scogli della vita,
quando le mareggiate della mente
portano a riva pezzi sfilacciati
degli anni andati,misera zavorra
strappata a forza a quell'ultima zattera
su cui speravi trovare salvezza
Grazie Chicchina|
EliminaVITE ALLA DERIVA
RispondiElimina“Quell’estate cominciò con un sogno: il cielo si era capovolto, e al posto delle nuvole c’erano onde lente, azzurre, abitate da pesci che nuotavano tra le stelle.
Ogni notte, Mara si addormentava con il rumore della risacca nel cuore e si svegliava con la sabbia tra le dita. Nessuno sembrava accorgersi di nulla, ma lei sapeva che qualcosa stava cambiando.
Poi, una mattina …”
Una mattina Mara si svegliò,come al solito,al primo sole,che a fine maggio è già mattiniero. Però, contrariamente al solito,non indugiò a letto,sembrava avere altre urgenze.Si vestì,prese le chiavi dell'auto,la sua solita piccola ma capiente borsa di tela rosa ed uscì.Il marito fece appena in tempo a bloccarla sulla porta per chiederle dove intendeva andare così di corsa.Ha dato qualche spiegazione sommaria e si chiuse la porta alle spalle.Arrivò in un attimo al mare,il suo mare ,solito posto ,sabbia ancora umida e quel tronco provvidenziale che una delle tante mareggiate invernali aveva spiaggiato,proprio lì.
Si sedette,sussurrando qualcosa poi restò in silenzio,ad ascoltare Il mare era musica,appena qualche incresatura,e le onde leggere e silenziose cercavano un approdo morbido sulla rena,con quei bisbigli strani che fa la schiuma quando si frantuma in tanti piccoli pezzetti di merletto sfrangiato.Un'onda appena più forte, e Mara si è come svegliata da un incanto ed iniziò a parlare.Col mare.Gli chiese conto del perchè ancora non era stata costruita la piccola tettoia che da sempre riparava dal forte sole,dov'era finito suo padre? I bambini stavano per arrivare e non c'era ancora niente pronto.Poi ,incerta,si guardò intorno.Era sola.Ha concesso un suo sorriso al mare,una forma di saluto e riprese la strada di casa.
Quel cielo capovolto, che faceva scivolare fino a terra nuvole e qualche stella mentre si riempiva di pesci scogli increspature di onde che lei cercava di afferrare ma che sfuggivano,la lasciavano stranita,fino all'alba.Poi tutto sembrava tornare a posto e lei,spesso,lasciava tutto per seguire una traccia,una voce,un richiamo.
Un colloquio fitto fitto col mare,meglio un soliloquio.si raccontava,mischiava ricordi infantili e d eventi recenti,lei già madre,con figli adulti, e lei bambina portata per mano dal padre,in certe lunghe passeggiate sulla sabbia,fino agli scogli che chiudevano quell'insenatura dove una selva di ombrelloni,sedie,tavolini pinne canne da pesca davano più l'idea di un piacevole bivacco per ore diurne e serali che non un lido.Era il suo mare,il loro mare,una tribu di fratelli sorelle,nipoti pronipoti zie amici.Ma molti visi,molte voci,nei suoi momenti di silenzioso rapporto col mare,iniziavano a perdere i contorni .
Un giorno in macchina,ha sbagliato direzione,non riusciva più a trovare la via del ritorno,ha continuato a chiamare il padre il marito tutti quelli che si presentavano alla mente ,ora confusa.L'hanno riaccompagnata a casa.Niente più chiavi o auto.Triste il responso clinico. Viveva in un suo mondo fatto di ricordi immagini e chissà,anche di fantasmi.Di tanto in tanto chiedeva solo di vedere il mare.Si sedeva sulla battigia, in silenzio,perdendo ogni cognizione di tempo,ma riacquistava una serenità e quasi una gioia che per qualche momento faceva dimenticare il peggio anche ai familiari che con cura e pazienza cercavano di assecondarla.Poi ,stanca,chiudeva il tempo della memoria con un intimo fitto colloquio col suo mare, un sorriso come saluto,ed era il segnale del ritorno. Nel suo mondo.
Avevo perso il tuo racconto nei commenti. Grazie per averlo ripostato. E scusami!
EliminaHo riproposto perchè era sparito,anche per me.Grazie.
Elimina“Quell’estate cominciò con un sogno: il cielo si era capovolto, e al posto delle nuvole c’erano onde lente, azzurre, abitate da pesci che nuotavano tra le stelle.
RispondiEliminaOgni notte, Mara si addormentava con il rumore della risacca nel cuore e si svegliava con la sabbia tra le dita. Nessuno sembrava accorgersi di nulla, ma lei sapeva che qualcosa stava cambiando.
Poi, una mattina …”
..acqua dappertutto, ma non solo a terra, eravamo come immersi, però respiravamo con naturalezza, anche se la nuova dimensione stava rendendo complicati i movimenti e la presa degli oggetti, non sentiva gli arti, eppure Mara uscì dalla finestra nuotando e, guardando sopra di lei, si diresse in superficie, una volta lambita la superficie rimase sbalordita di nuovo, non scorgeva cielo e nubi, ma strade, case rovesciate. Non solo stava abitando una nuova dimensione, in un cielo liquido che mischiava astri e conchiglie, ma c’era un collegamento fisico tra mare e cielo, e quest’ultimo che sembrava - riuscendoci – voler assorbire tutto il sottostante, per un nuovo punto di vista che sembrava dare vita ad ogni sua notte passata solo a viverli, certi momenti; un sogno materializzatosi che la frastornava, la risacca ora lambiva quella che sembrava pelle e la sabbia fluttuava davanti alla sua vista, era un mondo a rovescio che riusciva a farle sorridere il cuore, forse stava diventando qualcosa di diverso, qualcosa capace di abitarli entrambi i mondi, entrambe le dimensioni: una stella marina dalla particolare sensibilità, non avrebbe mai più voluto svegliarsi, e non si svegliò, passò l’estate fluttuando nel cielo mare che aveva sempre desiderato e intuito nelle sue notti incompiute e tormentate, cercando solo una via lattea marina dove riflettersi per sempre senza più alcuna necessità di un risveglio a sorpresa.
Franco Battaglia
Grazie Franco, Top!!!
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